lunedì 23 aprile 2012

Creatività e anafore...

Lucia è una scrittrice creativa, e spesso ha delle idee che mi folgorano. Con spunti del genere, certi scrittori ci andrebbero avanti quattrocento pagine (e oltre). E' creativa anche sull'italiano, cioè alle volte ci arriva per approssimazione, ma questo è molto indicativo, secondo me, perché rischia. E io penso che rischiando (e sbagliando, anche se non sempre) si impara. (Quanto ho sbagliato io e non so mica se ho imparato...). L'altro giorno mi ha detto della biblioteca della scuola che l'anno scorso è stata chiusa "perché si è annacquato il semiterraneo".
Però Lucia sta anche imparando tante cose che io (onestamente) non ho mai saputo, tipo cos'è l'anafora, che sarebbe quand'uno ripete la stessa parola o la stessa frase in diverse occasioni nella poesia. Come Francesca che nel V canto dell'Inferno apre tutte le terzine del suo racconto con la parola Amor. O Toto Cutugno che ne "L'italiano" iniziava tre volte a strofa con "Lasciatemi cantare" (ed anche tre volte a strofa con "Buongiorno Italia"). Ci sarebbe del materiale per una "Storia ragionata dell'anafora da Dante a Cutugno", ma non sono un esperto dato che conosco l'anafora da tre giorni. Non so precisamente cosa studiassimo all'epoca al classico. Ricordo soltanto la noia. E quando mi dicono "Si vede che hai fatto il classico" mi chiedo a volte se è per via della mia espressione sbadigliosa.

Pesca matematica

Siccome oggi siamo tutti multidisciplinari, nel libro di matematica le operazioni si disegnano pure, e mi sta bene. Ma bisognerebbe conoscere Francesco e il suo gusto per la precisione e le cose fatte bene. Oggi doveva addizionare 10 e 8, e c'era una storia di un bambino che pescava 8 trote ed un altro 10 salmoni (voglio dire, mica sardine e alborelle...).  E, prima di fare l'operazione, il tutto andava disegnato: 18 pesci in un rettangolino che sarà stato 8x3... (in ogni pagina ci vanno tre operazioni). Francesco è partito con una specie di grosso tonno, poi si è reso conto che prendeva un quarto dello spazio, l'ha cancellato, ne ha fatti due più piccoli, ma insomma si è demoralizzato molto presto e ha disegnato ogni pesce in media tre o quattro volte, prima di approvarlo. E c'è voluto un bel po' a trovare un compromesso per farceli stare tutti nello spazio.
Per distinguere le trote dai salmoni, abbiamo deciso che le prime sono grige e gli altri sono rosa. Non è proprio così, ma sono licenze che uno si prende. Nell'interesse della matematica ovviamente.