mercoledì 13 luglio 2011

Winnie the Pooh

In una delle ultime avventure di Winnie the Pooh, che ho trovato alle Poste e ho comprato a Francesco, dato che c'erano 80 persone in fila davanti a noi, siccome Winnie è un peluche (anche se spesso ce lo dimentichiamo) ed è pure grassottello per eccessivo consumo di miele, ad un certo punto fa un movimento brusco e, con grande stupore degli amici presenti, si scuce sul davanti.
Commento di Francesco: "Oh, Winnie col pisellotto!".
Notare bene che i pisellini sono invece quelli che si mangiano: Francesco è preciso.

domenica 10 luglio 2011

Canzoni e udito...

Sono tutt'altro che un esperto di musica leggera, rock, pop e quant'altro. Quel che mi arriva, ci arriva soltanto di rimbalzo e un po' deformato.
Ogni tanto chiedo a Lucia chi è questo o quell'altro che passa alla radio, come l'altro giorno. Lei mi risponde "Katy Perry". Io ho capito "Che ti perdi!" e ho replicato "Non so...", che è poi la verità.
Dopo i chiarimenti, dovuti alla mia evidente sordità, le ho raccontato che questo fatto di non capire cantanti e canzoni alla radio e altro è roba vecchia, insomma non dipende (solo) dalla mia età che avanza. Quand'ero ragazzo, più o meno dell'età che ha lei ora, era di moda Demis Roussos, che cantava "Profeta non sarò". La prima volta che annunciarono questa canzone alla radio, ero un po' distratto e avevo capito "Profiteroles", che avevo ritenuto subito una canzone interessante...

lunedì 4 luglio 2011

Bilingual boys and girls...

L'altro giorno in viaggio verso Roma: Francesco, dopo essersi agitato come un uccellino all'arrivo del treno,
si accomoda con noi, ed inizia a parlare un po' in italiano un po' in inglese, si vede che è contento.
Ripenso a questi anni, alle tante difficoltà, all'asma e sono contento che in fondo almeno il bilinguismo siamo riusciti a salvarlo (per lui, non per noi).
Quante ce ne hanno dette contro in questi anni, dalle maestre ad altre persone meno qualificate, ma sempre sicure e supponenti. Quanta invidia (non so bene invidia di che).
Ho sempre più il presentimento che ce ne andremo. Questo non è il nostro paese (forse non lo è mai stato).
O forse resteremo, ma oggi è così difficile dirlo. Aspettiamo.

venerdì 1 luglio 2011

Il fulmine dell'Agnese

Piove e tuona, il tipico temporale estivo dopo un tenore di umidità vicino al 100%. Non mi piacciono i temporali, in effetti mi fanno paura (anche gli adulti hanno paura...). Quando ero ragazzo, trascorrevo spesso il periodo intorno a Ferragosto da mia nonna sul Lago Maggiore e qualche volta, tipicamente al pomeriggio, veniva giù il finimondo in pochi minuti. Lo vedevamo arrivare dal lago, che si intravedeva dalla finestra del salotto, e chiudevamo tutte le finestre e le persiane, che avevano i fermi a soldatino (soldatini tutti diversi, cosa che mi intrigava parecchio, perché non erano poche, ora che ci penso). Questo durava almeno un dieci minuti (fare il giro della casa per chiudere), poi lasciavamo la luce accesa soltanto nel tinello e ci sedevamo, io e lei, su due poltrone in angoli diversi. Il tinello non aveva finestre, il che voleva dire che ci si sentiva protetti, d'altro canto però non si vedevano i lampi e l'abbattersi del tuono ti sorprendeva. A volte era veramente forte, da sobbalzare, e mia nonna diceva invariabilmente: "E' caduto dall'Agnese", voleva dire il fulmine. Agnese era la vicina, non chiesi mai alla nonna se fosse perché noi il parafulmine non ce l'avevamo (non era proprio una casa nuova, era una parte d'un convento ristrutturata un secolo prima). Meglio non averlo chiesto. E nel tinello mia nonna mi raccontava tante cose antiche e nuove, alcune delle quali ricordo ancora e magari un giorno scriverò.