L'altro giorno in viaggio verso Roma: Francesco, dopo essersi agitato come un uccellino all'arrivo del treno,
si accomoda con noi, ed inizia a parlare un po' in italiano un po' in inglese, si vede che è contento.
Ripenso a questi anni, alle tante difficoltà, all'asma e sono contento che in fondo almeno il bilinguismo siamo riusciti a salvarlo (per lui, non per noi).
Quante ce ne hanno dette contro in questi anni, dalle maestre ad altre persone meno qualificate, ma sempre sicure e supponenti. Quanta invidia (non so bene invidia di che).
Ho sempre più il presentimento che ce ne andremo. Questo non è il nostro paese (forse non lo è mai stato).
O forse resteremo, ma oggi è così difficile dirlo. Aspettiamo.
Ogni tanto, come tutti, scrivo qualche piccolo testo, che magari parla di questioni un po' più importanti di quel che sembra al principio. Qualcuno, mi dicono, apprezza queste piccole cose: recentemente me l'hanno detto Federica (Faith), che ha un bel po' del merito se mi sono deciso a creare il blog, e la mia amica Laura. E dato che le due non si conoscono, comincio a pensare che magari ne valga la pena. Sono cose piccole...e corte, non vi preoccupate. Per le lezioni ci sono posti migliori.
Vi hanno detto cosa, le maestre? Perchè gli lasciavate fare il language-minestrone? Ho letto da qualche parte che i bilingui hanno un'aspettativa di vita cerebrale molto superiore agli altri (cioè diventano stolidi più tardi).... i trilingui, poi....
RispondiEliminaMe lo immagino il tuo Francesco contento che cinguetta in due lingue, tenerissimo. Io te l'ho detto, te lo ridico: GO. Per loro, anche o soprattutto per loro.
Antonia